Una città senza periferie, con nuove centralità territoriali

Dobbiamo superare il dualismo centro-periferia
incrementando servizi al cittadino e funzioni urbane nei quartieri oggi percepiti come periferici. Innanzitutto occorre dotare ogni quartiere di un adeguato collegamento con il trasporto pubblico, con autobus, tram e metropolitane più frequenti ed efficienti. Realizzare in ogni quartiere i servizi pubblici alla persona, dall’asilo nido all’ufficio anagrafe, e declinare al plurale gli elementi della città attraverso strumenti di valorizzazione. Costruiamo una città in cui consideriamo centro storico e quindi valore tutti i nostri centri storici da Secondigliano a Pianura, da Ponticelli a Barra; una città in cui ci sono più lungomare, oltre quello di mergellina, quello di San Giovanni a Teduccio, quello Flegreo di Bagnoli e Pozzuoli. Più colline, Camaldoli, Posillipo e Vomero. Più stadi, Antonio Landieri di Scampia, Nuovo Centro Paradiso di Soccavo e Diego Armando Maradona di Fuorigrotta.
Napoli è una e tante città. Tutte straordinarie per storia, cultura e socialità.
Dobbiamo dare ad ogni quartiere della città una propria vocazione specifica lavorando sull’identità e investendo nel rafforzare questa vocazione per costruire elementi di attrazione dei flussi metropolitani: il mare, lo sport, l’arte, la musica, l’università, il turismo.
Dobbiamo ripensare il modello dello sviluppo urbano pensando ad una città policentrica, sostituendo al rapporto centro-periferie un arcipelago di territori che dialogano e scambiano funzioni e servizi ma che sono tra loro paritetici.
Possiamo re-immaginare in questo modo la città solo attraverso la partecipazione e la collaborazione attiva dei cittadini, degli enti del terzo settore, dell’associazionismo e dei privati. Dobbiamo rilanciare la partecipazione della cittadinanza con luoghi e strumenti di confronto a scala di municipalità. Un organo con cui il consiglio di municipalità deve confrontarsi e che ha il compito di attivare il protagonismo civico non solo nel momento elettorale, mettendo al centro del governo cittadino il principio di sussidiarietà orizzontale contenuto nell’articolo 118 della Carta Costituzionale.
La città dei 15 minuti, un nuovo modello urbano
La pandemia ha messo in luce la necessità di quartieri e municipalità di garantire, al loro interno, servizi essenziali di prossimità. Le dieci municipalità cittadine, devono essere il fulcro intorno al quale costruire una Napoli policentrica.
La “città in 15 minuti” è un obiettivo su cui Napoli come molte città italiane ed europee deve muoversi, costruendo un modello urbano in cui i servizi essenziali sono raggiungibili a piedi o in bicicletta percorrendo un tragitto che non superi il quarto d’ora. Vitalità sociale, protagonismo culturale, rilancio dell’economia dei quartieri, contrasto all’illegalità, riduzione del traffico ed inquinamento questi i primi effetti che un modello di pianificazione di questo tipo può avere in tempi rapidi su Napoli.
Questo obiettivo è raggiungibile mettendo a sistema il patrimonio immobiliare pubblico attualmente in disuso o sottoutilizzato per ospitare servizi al cittadino offerti in sinergia con i privati. Essere una città policentrica vuol dire creare nuove opportunità, permettendo ai cittadini di vivere di più e meglio il proprio quartiere, di spostarsi con i mezzi pubblici più facilmente per raggiungere il centro città o altri luoghi di interesse.
Sulla scorta dell’esperienza maturata con i Centri Giovanili partirò’ con una mappatura sociale delle esigenze e delle mancanze specifiche di ogni quartiere e la incrocerò con la lista dei beni pubblici presenti così da individuare possibili ‘case del cittadino’ per servizi dedicati agli abitanti con una particolare attenzione alle categorie più fragili.
Perseguire questo modello di città vuol dire lavorare sul recupero dello spazio pubblico, rivedendo le nostre abitudini collettive per creare insieme una vita cittadina più sostenibile e più sana, rilanciando le attività economiche di prossimità con programmi di sostegno alla creazione d’impresa e fondi di recupero e riqualificazione urbanistica e dei servizi essenziali.