“Questi ragazzi vanno protetti quando sono in vita”.
“Questi ragazzi vanno protetti quando sono in vita”.
Vorrei raccontare una storia a chi si sta sdegnando per la rimozione di murales ed altarini. La storia del murales che abbiamo appena coperto. Raffigurava Vincenzo Di Napoli, un ragazzo di venticinque anni, uno dei tanti che la camorra fagocita, che mastica e sputa, per citare De Andrè.
Questi ragazzi sono usa e getta per le associazioni criminali. Vincenzo Di Napoli faceva parte del commando cha ammazzò Genny Cesarano, che di anni ne aveva 17 e che non aveva mai avuto nulla a che fare con la camorra. Genny morì durante una stesa, una stupida dimostrazione di potere e di potenza di fuoco. Vincenzo venne ucciso dopo poco, perché Ciro Perfetto, che all’epoca aveva 19 anni e che a sua volta è stato masticato e sputato dalla camorra ed adesso si trova in carcere a scontare almeno un ergastolo, lo aveva visto “strano” e si era preoccupato.
Temeva che Vincenzo Di Napoli potesse collaborare con la giustizia, raccontare tutto e dunque ordinò la sua morte. Dopo l’omicidio i killer andarono a trovare il papà di Vincenzo, per non fargli capire da chi era arrivato l’ordine. Il papà di Vincenzo verrà poi ammazzato l’anno successivo, perché faceva domande in giro per scoprire chi aveva ucciso il figlio. La mia domanda è: chi è che ha davvero cancellato Vincenzo? Chi è che ha cancellato Genny? La camorra, sempre e solo la camorra. E forse ci si dovrebbe indignare verso chi cancella le vite dei nostri giovani e non verso chi cancella i simboli del potere mafioso, dei simboli che possono deviare altre storie, uccidere altri ragazzini, perché spinti nella bocca di una camorra che mastica e sputa i giovani.
Nessuno vuole mancare di rispetto al dolore dei loro genitori, ma non possiamo permettere che si generi altro dolore, che altri ragazzi finiscano nel giro, perché di questi ragazzi ci si deve preoccupare quando sono vivi. I volti di questi giovani morti ammazzati vanno tolti dalla strade ma poi vanno disegnati nelle nostre stanze, nelle stanze delle istituzioni perché questi ragazzi vanno protetti in vita, per non consegnare loro come destino il carcere o una bara. Non vogliamo altarini consolatori, ma tenere in vita i nostri giovani. È un dovere togliere quei segni del potere ma lo è anche fare molto di più affinché si spezzi quell’eredità criminale che di maschio in maschio si trasmette nelle famiglie del sistema. Non voglio che i figli dei camorristi muoiano morti ammazzi come mia madre. Per questo sono determinata a sradicare dai territori tanto i simboli del potere che il potere dei simboli: vanno eliminati perché indicano un successo effimero, una truffa, un’inganno, una consolazione alla quale non mi arrendo. La politica deve lavorare attraverso l’istruzione, la dignità del lavoro, la cultura.Don Luigi Ciotti ha trasmesso alla mia famiglia la possibilità di attraversare e sopravvivere al dolore attraverso una vita dedicata alla memoria e all’impegno affinché non accada ad altri ciò che è accaduto a noi.Per la Giornata della memoria e dell’impegno per le vittime di mafie, celebrata ieri, 21 abbiamo organizzato proiezioni con i nomi delle vittime sui palazzi principali di Napoli. Poi tante testimonianze, centinaia di incontri per i ragazzi e delle ragazze. ‘Dobbiamo liberare chi libero non è’ come dice Ciotti.Continuano in città le operazioni di rimozione di “altarini” installati abusivamente e “ricordi” celebrativi di persone o eventi riconducibili alla criminalità organizzata.Si prosegue, quindi, su quanto programmato nella riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica dell’area metropolitana dello scorso 4 marzo, con il Prefetto di Napoli, Marco Valentini, i vertici territoriali delle Forze dell’Ordine, della Procura della Repubblica presso il Tribunale e della Procura generale presso la Corte d’Appello, e in relazione a quanto definito a livello operativo nel successivo tavolo tecnico di coordinamento tenuto in Questura alla presenza di personale della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e della Polizia Municipale.
In questi giorni si sta lavorando, con gli operatori di Napoli Servizi, alla rimozione di alcuni manufatti e alla copertura di scritte riconducibili a queste tematiche. È di stamani il doppio intervento in Via Ianfolla a Scampia raffigurante Vincenzo Napoli e in via San Pantaleone ai Quartieri Spagnoli, per Gennaro Verrano.Il senso di riscatto non guarda al passato ma al futuro. E il futuro sono i nostri giovani e noi dobbiamo prendercene cura.